Il cronogramma: quando il tempo
è uno strumento epistemologico
Luca Vallario

In un mondo che cambia con incredibile velocità, medici e terapeuti sono al centro di domande cui non è facile rispondere utilizzando la propria esperienza. Divulgare l’esperienza di chi ha lavorato per primo su temi dotati di un alto coefficiente di novità sarà, dunque, lo scopo principale di questa sezione della rivista.



In a fast world, practitioners and therapists are the target subjects of many questions to which it is not easy to answer using one’s previous personal experience. The principal aim of this section will be to disseminate the experience of those who have been the first to work arguments with a high percentage of novelty.


En un mundo que cambia rápidamente, médicos y terapeutas se ponen una serie de preguntas que no son fácil de contestar recurriendo solo a la experiencia personal. Nos interesa divulgar acá, los aportes de aquellos que han trabajado por primera vez sobre algunos temas nuevos.


Riassunto. L’articolo presenta un nuovo strumento clinico, il cronogramma. Questo strumento, composto da una parte che raccoglie i dati e da una che li dispone su un grafico, si propone di osservare il peso del tempo nella narrazione della storia del paziente. Può essere applicato nella clinica, nella formazione e nella ricerca come uno strumento sintattico, semantico e pragmatico. Completa l’articolo un caso clinico, con l’esempio di un’applicazione parziale dello strumento.  

Parole chiave. Cronogramma, cronografia, tempo, clinica, formazione, ricerca, sintassi, semantica, pragmatica.


Summary. The chronogram: when the time is an epistemologic instrument.
The article is about a new clinical instrument, the chronogram. This device is composed of a section that stores the data and of a graph that displays this data. It has been conceived with the aim of analysing the importance of time in the narration of the patient’s story. The chronogram can be utilized in clinical treatment, in training and in research, as a syntactic, semantic and pragmatic instrument. At the end, the article shows a clinical case with the example of a partial application of this instrument.

Key words. Chronogram, chronography, time, clinical treatment, training, research, syntax, semantics, pragmatics.


Resumen. El cronograma: quando el tiempo es un instrumento epistemólogico.
El artículo presenta un nuevo instrumento clínico, el cronograma. Este instrumento, compuesto de una parte que regoce datos y de una parte que los dispone en un gráfico, se propone de observar el peso del tiempo en la narración de la historia del paciente. Puede ser aplicado en la clínica, en la formación y en la investigación, como instrumento sintáctico, semántico y pragmático. Completa el artículo un caso clínico con el ejemplo de una aplicación parcial del instrumento.
INTRODUZIONE
La psicoterapia più che una corsa contro il tempo può essere considerata un viaggio nel tempo, alla ricerca dei punti che hanno occluso il processo evolutivo del sistema. Il sintomo, al di là della sua parvenza bizzarra, oscura, paradossale, si rivela una produzione psichica finalistica che ha il mandato di bloccare il tempo evolutivo. La sua dimensione e il suo scopo si comprendono quanto più riesce ad essere letto nella dinamica che coinvolge l’individuo, la famiglia, le generazioni. Il ricorso sul piano epistemologico al tempo apre nuovi spazi alla riflessione e all’azione terapeutiche, aiuta a riformulare un pensiero che nella lettura del fenomeno si è irrigidito, specularmente a quella rigidità che ha fissato il vissuto sintomatologico. Sottolinea Boscolo: «Osservare le relazioni attraverso la lente del tempo può illuminare aspetti trascurati dell’agire terapeutico» [1].
La rilettura delle storie, passando per i tempi del tempo (passato, presente, futuro), può aiutare a rompere la sequenzialità che incista la sofferenza attraverso l’adozione di nuove chiavi di lettura, di nuove narrazioni, di nuove realtà: può stimolare quegli ingredienti basilari dell’esercizio terapeutico che Whitaker definisce stimolo della fantasia [2] e Minuchin agitazione creativa [3].
Può, soprattutto, aiutare a introdurre letture ipotetiche lì dove si sono cristallizzate trame definitive, per potere guardare con occhi diversi al futuro: White parla del terapeuta come di uno sceneggiatore che amplia i costrutti e modifica le trame narrative [4].
La consapevolezza dell’importanza del tempo è stata fatta propria dal movimento terapeutico familiare soprattutto nel passaggio dalla prima alla seconda cibernetica.
La famiglia vista nella prospettiva della prima cibernetica è un sistema che di fronte alle perturbazioni tende a riconquistare il punto di partenza attraverso retroazioni negative: tale concezione omeostatica spinge ad un’osservazione e un’azione terapeutiche basate sulla sincronia, poco interessate alle storie. Osserva Boscolo: «I terapeuti che fondavano le proprie teorie sulla prima cibernetica non potevano certo essere insensibili al tempo. Ma la teoria su cui si basavano non permetteva di rilevare il cambiamento come un continuum, un divenire, bensì obbligava a vederlo come passaggio da un fotogramma all’altro in una pellicola cinematografica» [5].
Minuchin, che nel suo ultimo e recente modello per la valutazione della famiglia prevede un passaggio specificamente rivolto all’esplorazione strutturalmente focalizzata del passato, definisce questa riluttanza della terapia familiare una «risposta ideologica della terapia familiare alla polemica contro i pensatori psicodinamici» [6].
La famiglia pensata dalla seconda cibernetica, invece, è capace anche di retroazioni positive, che amplificano la deviazione: i processi di amplificazione della deviazione possono essere descritti soltanto con modelli evolutivi e diacronici. La diversa collocazione spaziale di uno stesso evento in uno stesso sistema può portare a conseguenze differenti.
A partire dal movimento della Terapia Familiare sono stati sperimentati diversi strumenti diagnostici e terapeutici che hanno posto in relazione individuo, famiglia e tempo: l’incontro tra le risorse di lettura fornite da questi e l’esperienza clinica del terapeuta possono aiutare l’emergere di aspetti conosciuti ma non sufficientemente pensati. Dalla Carta cronologica della famiglia di Boston all’Intervista clinica generazionale passando per la Cronologia dei fatti della vita di famiglia, il Genogramma, il Genosociogramma, il Family Life Space, lo Storiogramma, la Fotografia, le Sculture del tempo familiare, la Mappa di Minuchin, l’Inchiesta transgenerazionale, il Duogramma i terapeuti familiari hanno cercato di mappare l’oggetto del proprio lavoro.
Non è facile conciliare il “territorio” delle vicende umane con una “mappa” che si preoccupi di accompagnare l’impegno terapeutico. Freud, riferendosi alla descrizione terapeutica, intravede una «barriera naturale quando si tratta di portare sul piano descrittivo bidimensionale una struttura in sé pluridimensionale» [7]. Questa operazione rischia di alimentare, da una parte, una certa “reificazione” del paziente, dall’altra, di indurre il terapeuta ad una certa “autoreferenzialità”, che lo spinga a considerare le proprie teorie e i propri strumenti come verità assolute e non come punti di vista. D’altra parte la comunicabilità delle procedure rappresenta uno dei cardini dell’agire scientifico che non può essere eluso in nome delle difficoltà di traduzione in ambito psicologico di tale principio; come nota Popper: «Impariamo dai nostri sbagli, specialmente da quelli che ci sono resi presenti dalla discussione critica dei nostri tentativi di risoluzione» [8]. La mappatura è resa ancora più complicata dalla necessità di comprendere e definire in termini oggettivi la complessità di storie che, solo apparentemente, non portano nessi, connessioni, legami.
Nel solco tracciato da questi strumenti, il Cronogramma [9] vuole rappresentare uno strumento di lettura, applicabile innanzitutto in ambito clinico, che aiuti a pesare (gramma) il tempo (cronos). È un figliastro del genogramma: mentre quest’ultimo assurge ad unità di misura la famiglia in senso allargato (genos), il cronogramma vuole porre al centro della propria misurazione il tempo (cronos). Il cronogramma va visto come mezzo per introdurre un’occasione di riflessione su una storia che, almeno inizialmente nella descrizione dei pazienti, non porta nessi, connessioni, legami: operazioni, queste, che spettano al fluire terapeutico.
L’idea che lo sostiene è quella di incidere, quindi scrivere, il peso del tempo nella narrazione della storia: il tempo è assurto a strumento principe di lettura, che abbraccia tre dimensioni: sintattica, semantica, pragmatica. Il cronogramma costituisce uno strumento sintattico, nel senso che aiuta a penetrare nella costruzione degli eventi delle storie, nei termini della loro codifica. È uno strumento semantico, nel senso che aiuta a cogliere i significati simbolici che si strutturano nel tempo attraverso delle connessioni transgenerazionali. È uno strumento pragmatico, in funzione dei risvolti operativi che permette a chi lo utilizza.
Questo strumento si propone come una modalità per sposare l’azione terapeutica con la riflessione sugli eventi, senza prescindere dai contenuti e dai processi. Un’occasione per ricercare e riflettere sui punti nodali, cioè le «ridondanze comunicative, spesso non verbali o paraverbali, di solito ignorate dalla famiglia, che si prestano per la costruzione di una mappa relazionale» [10]. La trasmissione di tradizioni, valori, miti, riti, codici di pensiero e di comportamento avviene su un piano trigenerazionale: diventa importante intercettare gli snodi all’interno dei quali la famiglia si è misurata con eventi critici e compiti di sviluppo. Questo con un’operazione coerente e speculare all’intervento nel setting dove la presenza della famiglia estesa «rende possibile al terapista l’elaborazione di un’ipotesi che spieghi in senso esistenziale trigenerazionale quale funzione il sintomo possa svolgere nella rete relazionale e con quali modalità verbali e non verbali esso sia sostenuto e rinforzato» [11].
Strutturato in maniera stratificata, il cronogramma si compone di due parti, contenute in un apposito software [12]: il cronogramma e la cronografia.
CRONOGRAMMA
Nella prima parte, si inseriscono i dati della storia, riferiti a cinque sezioni: attori, eventi, fasi, sintomi, terapie. C’è la possibilità di visualizzare una scheda cronogramma, che riporta un resoconto riassuntivo degli elementi che lo compongono, specificando il numero degli attori, il numero degli eventi, la loro specificazione per livelli e per sezioni di lettura, l’elencazione delle fasi, il numero di sintomi e il numero di terapie. È possibile visionare, inoltre, una legenda che contiene gli attori e gli eventi presenti nel cronogramma, con i relativi codici.
A titolo esemplificativo, nella Figura 1 si riporta la maschera della sezione attori relativa a ciascun personaggio della storia. In essa si inseriscono le seguenti informazioni: nome, cognome, acronimo, ruolo, generazione, linea.
Nome e cognome sono quelli anagrafici.
L’acronimo è indicato con quattro lettere. Restando fisse la prima e l’ultima del nome, la scelta della seconda e della terza diventa arbitraria. È tuttavia fondamentale attribuire un acronimo esclusivo a ciascun attore, perché esso costituisce il codice che individuerà il personaggio univocamente. 
Il ruolo dell’attore è considerato in relazione al paziente designato.
La generazione descrive la generazione di appartenenza dell’attore e permette di scegliere fra tre opzioni: nonni, genitori, paziente. La scelta definisce il livello di collocazione degli eventi dell’attore: sarà possibile aggiungere quell’evento in ciascun livello successivo a quello dell’attore: se l’attore appartiene alla generazione III, potrà essere inserito anche nei livelli II e I. Se l’attore appartiene al livello II, l’evento potrà essere riportato in aggiunta solo nel livello I.
La linea, infine, si riferisce a tre possibilità, di cui ne va scelta una: famiglia paterna o del padre, famiglia materna o della madre, famiglia dei genitori o del paziente.
Sempre a titolo esemplificativo, nella figura successiva (Figura 2) si riporta la maschera della sezione terapia.
Come si vede, richiede la tipologia, con tre opzioni: psicoterapia, terapia medica, altro. In quest’ultima voce va introdotto qualsiasi tentativo ritenuto terapeutico dal paziente. 
L’altro dato è relativo allo stato e comprende cinque possibilità: inizio terapia, evoluzione, termine per abbandono, termine per interruzione, fine terapia. Qui le scelte terminologiche seguono uno schema preciso.
L’abbandono si riferisce alla scelta del paziente di non recarsi più in terapia senza avvertire il terapeuta. L’interruzione si riferisce al paziente che avverte e chiede la fine del processo.
La fine fa riferimento alla scelta concordata di paziente e terapeuta di porre fine alla terapia.
Ancora, si segnalano lo specialista, relativo alla figura professionale che lavora come terapeuta, la descrizione, con le opzioni psicoterapia, terapia medica o altro, l’anno e il mese.



CRONOGRAFIA
Nella cronografia si ottiene la rappresentazione grafica dei dati inseriti nel cronogramma in un diagramma sintetico e di facile interpretazione. Il modello di rappresentazione cerca di contemperare le esigenze, apparentemente dissonanti, della sinteticità e dell’analiticità. Si è cercato di rendere l’immediatezza dell’informazione comprimendo i dati e facendo ricorso a una specifica simbologia attraverso dei codici che rendessero più fluida la rappresentazione grafica e, nel contempo, non limitassero le variabili introducibili all’interno del sistema di siglatura. L’esposizione dettagliata di ogni informazione (nome, evento, sintomatologia, trattamento terapeutico) sarà visualizzabile comunque o riandando alla maschera introduttiva dei dati o con il semplice passaggio del mouse sulla relativa cella.
La cronografia contiene due assi:
• uno orizzontale, dove ci sono gli anni che rappresentano i capisaldi di tutti gli eventi immessi nel cronogramma; 
• uno verticale, in cui c’è la differenziazione per generazioni.

La visualizzazione della cronografia avviene attraverso l’impiego di un browser web, programma comunemente utilizzato per navigare in Internet. Si raccomanda di utilizzare il browser Mozilla Firefox per Windows™ versione 3.5, scaricabile gratuitamente all’indirizzo http://www.mozilla-europe.org/it/firefox. Per ogni ulteriore informazione si rimanda sul sito www.cronogramma.it
Una prima lettura dei dati è relativa ai livelli, che sono riferiti alle tre generazioni: quella dei nonni (III), quella dei genitori (II), quella del paziente (I).
La lettura del livello III riporta gli eventi relativi a questa generazione, quella dei nonni.
Nel livello II gli eventi relativi alla famiglia di origine materna saranno segnalati in rosso, quelli della famiglia di origine paterna in blu. Sul video compaiono, oltre agli eventi del livello III che si intende riportare, anche gli eventi di questo livello.
Nel livello I, quello del paziente, oltre ai due livelli precedenti, sono riportati un livello relativo alla sintomatologia e uno relativo alle terapie: questi due ultimi livelli sono riferiti al paziente designato.
Una seconda lettura dei dati è relativa alle sezioni: sono quattro, a seconda che si privilegi la lettura con gli eventi critici (α); quella con la differenziazione tra eventi critici non normativi e normativi (β); quella che differenzi tra eventi critici in base alla prevedibilità e alla scelta (γ); quella, infine, che chiami in causa le diverse fasi del ciclo vitale familiare (δ).
Nella sezione α, apparentemente la meno articolata, il compilatore sceglie liberamente gli eventi significativi da includere nella cronografia. Nelle sezioni successive, la categorizzazione comincia a diventare un’operazione maggiormente discriminatoria.
La sezione β codifica e differenzia tra eventi normativi e non normativi. Mentre gli eventi normativi sono segnati in blu, quelli non normativi sono segnati in rosso. La normatività degli eventi va definita dal compilatore, tenendo presente, innanzitutto, come si inseriscano nella vicenda della famiglia.
La codifica degli eventi inclusi nella sezione γ riporta eventi prevedibili e scelti, prevedibili e non scelti, non prevedibili e scelti, non prevedibili e non scelti. Man mano che si procede lungo questo continuum (da prevedibili scelti a non prevedibili non scelti) cresce il potenziale stressante degli eventi.
L’ultima sezione, la δ, permette di includere su uno sfondo colorato di giallo le fasi del ciclo di vita con le lettere corrispondenti. L’attivazione delle fasi può essere applicata in aggiunta a ciascuna delle sezioni precedenti: il dettaglio delle fasi comparirà, quindi, sovrapposto alla descrizione degli eventi o alla categorizzazione tra eventi normativi e non normativi o alla codifica che evidenzia la prevedibilità e la scelta degli eventi.
UN ESEMPIO: LETTURA DELL’INSORGENZA SINTOMATICA E DELLA SCELTA TERAPEUTICA
L’esempio riportato di seguito fa riferimento al momento dell’insorgenza sintomatologica e a quello dell’avvio di una terapia. Per motivi di spazio, si è scelto di circoscrivere a questi due momenti la resa della descrizione di un caso attraverso il nuovo strumento.
Ida è una ragazza ventenne che è arrivata in terapia per un trattamento sistemico individuale nel 2009, denunciando uno stato di malessere, diagnosticato nel 2007 in termini generici come ansioso-depressivo dal medico curante.
Raccogliendo attraverso il cronogramma gli eventi che hanno accompagnato gli ultimi due anni di vita di Ida, si scorgono diversi passaggi.
Nel 2007 si segnalano in febbraio il fidanzamento con un ragazzo, nel mese di luglio la morte di un cugino coetaneo in un incidente stradale.
Nel 2008, oltre all’abbandono dell’università da parte di una cugina, si segnalano una diagnosi di tumore a un cugino, prontamente rientrata, e una forte flessione nel rendimento scolastico della ragazza, iscritta all’ultimo anno di liceo.
Nel 2009, la ragazza, figlia unica, è alle prese con il trasferimento dalla sua città, un centro di medie dimensioni del Sud Italia, in una grande città del Nord per frequentare una facoltà universitaria: Ida non riesce a restare nella nuova sede e torna sempre più spesso a casa dai genitori. La scelta universitaria è descritta come una scelta in gran parte fatta per compiacere la madre: a lei, in realtà, sarebbe piaciuto iscriversi ad un’altra facoltà per l’accesso alla quale aveva anche tentato di partecipare ai test di ingresso, risultando, però, bocciata.
La ragazza, nei mesi a cavallo tra il fallimento al test universitario e la scelta della nuova sede, vive due delusioni affettive: il fidanzato la lascia dopo due anni e scopre nella posta elettronica del padre una lettera che il genitore ha ricevuto da un’amica brasiliana: in lei diventa forte il sospetto che il padre abbia intrattenuto, nel corso di una sua vacanza in Sud America, una relazione con questa donna.




L’analisi della cronografia (Figura 3), relativa al livello I, negli ultimi due anni manifesta alcuni punti significativi:
• nella sezione α si evidenzia la convergenza di dodici eventi significativi;
• nella sezione β emerge la presenza di molti eventi non normativi: 2 nel 2007 (la morte del cugino, la separazione da un ragazzo), 4 nel 2008 (il trasferimento di una cugina, la flessione nel rendimento scolastico, la diagnosi di un nodulo a un cugino, la fine dello stesso problema), 4 nel 2009 (la bocciatura al test di i
gresso, il trasferimento al Nord, la fine della relazione amorosa, la scoperta della lettera del padre);
• nella sezione γ si evidenziano 2 eventi prevedibili scelti (l’iscrizione alla facoltà al Nord e la laurea di un cugino nel 2009), 2 eventi non prevedibili scelti (il fidanzamento di Ida e il trasferimento di una cugina), 8 eventi non prevedibili non scelti (la morte del cugino nel 2007, la flessione nel rendimento scolastico, la diagnosi di un nodulo a un cugino, la fine dello stesso problema nel 2008, la bocciatura al test di ingresso, la fine della relazione amorosa, la scoperta della lettera nel 2009).

La rappresentazione di questi eventi critici evidenzia come l’insorgenza sintomatologica sia emersa in concomitanza di un evento scatenante, mentre l’idea di ricorrere al trattamento psicoterapeutico sia arrivata alla convergenza di altri quattro eventi significativi.
In altre parole, il sintomo “scoppia” con la morte del cugino, la richiesta di aiuto è sostenuta da tre “invianti”: bocciatura al test di ingresso, fine della relazione amorosa, scoperta della lettera della brasiliana al padre. L’insuccesso scolastico, la delusione amorosa, la delusione dell’idealizzazione paterna precipitano Ida nella presa di coscienza del suo malessere.
CONCLUSIONI
Viaggiando nello schema del tempo, si colgono differenze informative che costituiscono delle informazioni utili alla lettura delle vicende. Il cronogramma si propone, utilizzando il tempo come strumento epistemologico, come chiave di lettura delle storie familiari e terapeutiche, come una mappa per riflettere e per agire. In questa prospettiva, può essere d’aiuto a penetrare negli eventi delle storie trigenerazionali, a cogliere i significati simbolici che si strutturano nel tempo attraverso delle convenzioni transgenerazionali, a fornire strumenti e risvolti operativi a chi lo utilizza.
Nell’attesa che lo strumento si diffonda, al momento è possibile ipotizzare tre applicazioni:
• nell’ambito clinico, dove consente una lettura diagnostica delle storie, incide sull’azione terapeutica e potenzia il lavoro di supervisione;
• nell’ambito formativo, dove aiuta a ricostruire i processi personali e familiari utili nel processo di costruzione dell’identità dell’apprendista terapeuta;
• nell’ambito della ricerca, dove si propone come strumento per la raccolta e l’organizzazione di dati sulle famiglie e sui processi terapeutici.
BIBLIOGRAFIA
1. Boscolo L, Bertrando P. I tempi del tempo. Una nuova prospettiva per la consulenza e la terapia sistemica. Torino: Bollati Boringhieri, 1993.
2. Whitaker C. Considerazioni notturne di un terapeuta della famiglia. Roma: Astrolabio, 1990.
3. Minuchin S, Fishman HC. Guida alle tecniche della terapia della famiglia. Roma: Astrolabio, 1982;
4. White M. La terapia come narrazione. Proposte cliniche. Roma: Astrolabio, 1990.
5. Boscolo L, Bertrando P. I tempi del tempo. Una nuova prospettiva per la consulenza e la terapia sistemica. Torino: Bollati Boringhieri, 1993.
6. Minuchin S, Nichols MP, Lee WY. Famiglia: un’avventura da condividere. Torino: Bollati Boringhieri, 2009.
7. Freud S (1914). Il caso dell’uomo dei lupi. In: Opere, vol. VII. Torino: Boringhieri, 1975.
8. Popper K (1969). Scienza e filosofia. Torino: Einaudi, 1980.
9. Vallario L. Il Cronogramma. Uno strumento per la psicoterapia. Milano: Franco Angeli, 2010.
10. Andolfi M, Angelo C. Tempo e mito nella psicoterapia familiare. Torino: Bollati Boringhieri, 2002.
11. Saccu C, De Rysky M. L’approccio multigenerazionale in terapia familiare. Neuro-psichiatria Infantile 1983; 264/65: 380-7.
12. www.cronogramma.it